“E come potevamo noi cantare”. E’ stato il famoso incipit della poesia di Salvatore Quasimodo “Alle fronde dei salici” a intitolare l’evento finale del progetto “Resistenza, Pace, Costituzione”, coordinato dalle prof.sse Enza La Piana e Grazia Visconti. La performance, svoltasi lunedi 30 maggio presso l’Auditorium Bufalino, nata dall’idea della professoressa Visconti di mettere in scena il testo teatrale dello scrittore e regista romagnolo Eugenio Sideri “Partigiani. Storie della resistenza raccontate a teatro”, ha coinvolto un folto numero di studenti della classe quinta sez. E, i quali, sotto la guida delle due docenti, hanno compiuto un ricco percorso di approfondimento sul tragico periodo della Resistenza, dando voce a tanti eroi poco conosciuti e pertanto assenti dai libri di storia, eroi la cui morte ha contribuito in modo determinante alla nascita della Repubblica e all’emanazione della Costituzione, storico traguardo della democrazia.
Attraverso un lavoro corale, nel quale le storie dei militanti si sono intrecciate con quelle dei civili inermi,quali donne e bambini, la Resistenza ha preso vita, suscitando intensa e profonda commozione nel pubblico presente in sala.
“Raccontare tante piccole storie per narrarne una grande” così il regista Sideri ha definito lo spettacolo in un videomessaggio in cui si è complimentato con docenti e studenti, soprattutto perché, immedesimandosi, sono riusciti a “dare vita alle sue parole”, realizzando quello che, secondo l’autore, costituisce il fine più importante del teatro: comunicare, testimoniare, denunciare le ingiustizie, scongiurare l’indifferenza contro ogni forma di dittatura, affinchè i momenti bui del passato non ritornino più. Sideri, dopo aver anche ringraziato il musicista Walter Porro, per aver composto le bellissime musiche originali, ha esortato i giovani a essere sempre “partigiani e resistenti” e a contribuire per la costruzione di un futuro migliore fatto di pace e libertà, tutelato dalla Costituzione.
A seguire la prof.ssa La Piana ha elogiato gli studenti: VERONICACALI’, FRANCESCO CASCINO, ANNA COSTA, CALOGERO CUMMO, LUDOVICA DI MARE, MATTEO FALETRA, MIRKO FALSONE, STEFANO FIORE, EMANUELE LA MARCA, FRANCESCA LO BRUTTO, GIOVANNI LO PORTO, STELLA NOCERA, GIULIO PANTANO, ALESSIO PARELLO, GIUSEPPE PASQUALINO, MARTINA PIGNATONE, CHIARA PONTICELLO, NOEMI SARDELLA, SIMONE SCARLATA, MARTINA SPEZIO, SALVATORE STELLA, i quali hanno affrontato in modo approfondito il tema complesso della Resistenza, accettando di mettersi in gioco pur tra i tanti impegni scolastici di fine anno, assumendo il ruolo di attori e appassionandosi a questa attività extracurriculare, resa possibile anche dal supporto del personale A.T.A. ed in particolare del sig. Angelo Costa.
A rappresentare gli studenti sono stati Emanuele La Marca e Chiara Ponticello, i quali, manifestando l’emozione per essere giunti quasi alla fine del quinquennio liceale, hanno espresso parole di profonda gratitudine nei confronti delle docenti La Piana e Visconti, per aver dato loro la possibilità di partecipare ad un progetto altamente formativo, grazie a cui la storia è stata studiata in modo più proficuo e vivo,secondo un’ottica personale ed emozionale, che ha stimolato negli allievi la formazione di un’autentica coscienza storica.
Il Dirigente Vito Parisi infine, dopo aver ringraziato gli intervenuti, ha sottolineato l’originalità del progetto “Resistenza, Pace, Costituzione”, contrassegnato da una metodologia didattica innovativa, che ha permesso, agli studenti, di dare il meglio di sé e, alla scuola, di valorizzare le loro risorse e i loro talenti; il Dirigente ha elogiato gli allievi che, alle soglie della maturità, hanno dimostrato autonomia di giudizio e di azione, requisiti essenziali per interiorizzare il profondo messaggio, sempre attuale, derivante dallo spettacolo. Egli inoltre ha sottolineato la presenza, particolarmente toccante, sulla scena, di un telo bianco, metafora della soglia tra la vita e la morte, dietro cui agivano le ombre dei partigiani defunti; molto significativo poi il passaggio continuo di una bicicletta, simbolo della “staffetta partigiana”, che idealmente rappresenta il passaggio del testimone ai giovani e lancia un monito collettivo: quello di vigilare sulle libertà costituzionali e tutelare i diritti umani e la democrazia. Citando Joyce, infine, si è soffermato sul valore irrinunciabile della testimonianza storica, vero dono per le nuove generazioni, e su un concetto fondamentale che emerge dallo spettacolo: la comunione tra il mondo dei vivi e quello dei morti che, con il loro impegno e il loro sacrificio, hanno reso possibile la realizzazione della democrazia, dei benefici della quale oggi tutti fruiamo.
Luoghi
Via N. Martoglio 1 - Caltanissetta (CL)
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